Le Haveli

Facciata di una haveli foto di Damini Rathore Unsplash

Haveli è un termine generico per indicare una casa tradizionale di carattere storico e architettonico. Il termine haveli deriva dall’arabo haveli, che significa “tramezzo” o “spazio privato” divenuto popolare sotto l’impero Moghul. Le haveli in Rajastn erano uno status simbol per i ricchi mercanti del luogo, i Marwari, che Tra il 1830 e il 1930, le fecero progettate per ospitare le loro estese famiglie, per dar loro sicurezza e comfort e separandole dal mondo esterno. Le haveli erano chiuse da tutti i lati da mura in cui si apriva un grande portone principale.

Facciata di una haveli foto di Damini Rathore Unsplash
Facciata di una Haveli, foto di Damini Rathore, Unsplash

Nel nord dell’India, queste haveli  sono famose per i loro affreschi raffiguranti immagini di dei, dee, animali, scene della colonizzazione britannica, e storie di vita degli dei Rāma e Krishna.

Le tipiche haveli i avevano due cortili — uno esterno per gli uomini, che serviva come una soglia estesa, e quello interno, dominio delle donne. Nella haveli delle famiglie piu’ facoltose c’erano ben piu’ di due cortili, alcune ne avevano fino a otto, e raggiungevano un’altezza di sei piani, con molto spazio per realizzare quegli affreschi che i mercanti  amavano tanto…

La parola persiana haveli significa “spazio chiuso’’, ma gli architetti che progettarono queste abitazioni si spinsero ben oltre il significato del termine , dividendo lo spazio interno per sviluppare al suo interno una intera vita.

Nella maggior parte delle haveli l’ingresso consiste in un grande portone di legno nel quale è inserita una porticina che immette in una corte esterna. È collegato alla strada tramite una rampa, utilizzata dal promesso sposo per entrare con la dovuta solennità in sella a un cavallo o sul dorso di un elefante e sopra il portone campeggiano uno o più emblemi a forma di scudo, chiamati Toran. Sono lavorati in legno o in argento e spesso raffigurano un pappagallo, simbolo di amore. Nel corso di un rito che simulava l’atto di conquista, il promesso sposo doveva colpire il Toran con la spada prima di poter chiedere la mano dell’amata.

La corte esterna è chiamata Mardana (cortile degli uomini) e su un lato si apre un Baithak, dove il mercante riceveva gli ospiti. Poiche lo scopo era quello di far colpo sui visitatori , questo ambiente era solitamente il piu’ sontuoso della casa, spesso chiuso da pareti di marmo  su cui erano raffigurate immagini di Ganesh , il dio della buona sorte e della prosperità. Qui il mercante e i suoi ospiti si distendevano su cuscini e discutevano di affari mentre dei Punkah facevano loro aria. Di fronte ai Baithak si trovano in genere una scuderia e una rimessa per cavalli detta Nora.

Il mardana conduce a un secondo cortile interno, quello delle donne, detto Zenana, dove le donne della casa vivevano in stretto isolamento.. Tra i due cortili c’è spesso una piccola grata , da dove le donne potevano sbirciare gli ospiti. La zenana era il centro attorno a  quale ruotava la vita domestica –tante’è che le pareti erano spesso anneritedal fumo e dai fuochi accesi in cucina. Le stanze disposte tutto intorno fungevano da camera da letto o da magazzini , mentre le scale conucebano alle gallerie dei piani superiori, occupate principalmente da camera dal letto. La particolare disposizione dei cortili e le spesse pareti servivano anche a garantire l’ombra necessaria per rinfrescare le stanze interne, cosa di vitale importanza in questa terra arroventata dal sole. Le haveli rappresentavano per le donne ovviamente  una prigione , ma certamente  una prigione dorata…

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