Chi sono i Sikh?

india-4864236_1920 Foto di Gian Carlo Delsante da Pixabay

Il Punjab è la culla della religione Sikh, fondata da Guru Nanak nel XV secolo. Nanak, induista di nascita, ebbe come migliore amico un musulmano e si rese conto che le due fedi avevano molti punti in comune.
Iniziò subito a predicare un messaggio di unità, riscuotendo un grande successo. Riunì i fedeli e fondò la nuova confessione Sikh, strettamente monoteista e che si oppone al sistema delle caste hindu.

Le città sacre dei Sikh sono Amristar, con il suo Tempio d’oro, e Anandpur Sahib, luogo di pellegrinaggio da oltre 300 anni e città fondata dal nono guru Tegh Bahadur nel 1664, prima che l’imperatore moghul Aurangzeb lo facesse decapitare per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Nel 1699 il decimo e ultimo Guru Gobind Singh vi fondò la confraternita Khalsa: una razza scelta di soldati-santi che avrebbe rispettato severi codici di condotta morale e si sarebbe impegnata in una crociata per la rettitudine.

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Foto di Kit Suman, Unsplash

Incredibilmente suggestiva è una visita serale al Tempio d’oro di Amritsar, durante la cerimonia serale in cui si deposita il Shri Guru Granth Sahib, il testo sacro dei Sikh, nella stanza del trono appositamente adibita. Pur essendo un libro, il Guru Granth Sahib è considerato l’ultima autorità spirituale dei sikh, e viene dunque trattato come una persona, un guru vivente.

Il testo fu compilato e curato nel 1604 dal quinto Shri Guru Arjan Dev Ji, diventando così l’unica scrittura al mondo redatta dai fondatori di una religione nel corso della loro stessa vita. Il testo sacro è composto di 1.430 pagine e contiene le parole pronunciate dai fondatori della religione Sikh e le parole di altri diversi Santi di altre religioni, tra cui l’Induismo e l’Islam.

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Foto di Jeevan Singla da Pixabay

Nel 1701 il decimo guru dei Sikh, Gobind Singh, diede vita all grande festival Sikh del Holla Mohalla. Questa festa inizia il giorno successivo alla festa di Holi; il nome ne rivela lo spirito, poiché ‘Holla’ deriva dalla parola halla, che significa carica militare, mentre ‘Mohalla’ significa colonna militare. Lo scopo originario era incontrarsi per eseguire esercitazioni e finte battaglie, per ricordare a tutti la qualità del valore e la necessità di essere sempre pronti ad affrontare ogni ostacolo per difendere i principi nobili. In quel periodo i Sikh erano impegnati nella guerra contro l’impero islamico dei Mughal, e gli attori principali dell’evento erano, e sono tutt’ora, i Nihang Singh, ovvero l’esercito fondato dal decimo Guru.
Le giornate al festival iniziano con le preghiere nei templi, a cui seguono gare di corsa coi cavalli con l’esibizione di diverse prodezze, dimostrazioni dell’arte del combattimento con la spada e del tiro con l’arco, battaglie simulate accompagnate dal tuono dei cannoni. Un crescendo che culmina con la grande parata in cui i Nihang Singhs sfoggiano con grande orgoglio le uniformi tradizionali, ma sempre intervallato da momenti di preghiera ed incontri religiosi in cui vengono glorificati i valori su cui si fonda questa religione.

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Foto di Gian Carlo Delsante da Pixabay

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