Sull’isola di Shikoku esiste un percorso che ha oltre 1200 anni di storia con 88 templi e oltre 200 bangai (templi secondari), che si narra siano stati tutti visitati dal Maestro Kōbō Daishi, monaco originario dell’isola che nell’VIII secolo fondò la setta degli Shingon, una delle maggiori scuole del buddhismo giapponese.
Un pellegrinaggio particolare perchè non ha un inizio e una fine: convenzionalmente il percorso ha inizio al Tempio Ryozen-ji, che rappresenta il punto di partenza e di ritorno. Per completare il pellegrinaggio è necessario visitare i templi secondo l’ordine prestabilito, anche se non ha importanza da dove si inizi; il pellegrinaggio in senso inverso (antiorario) è considerato più difficile e secondo alcuni per questo è più meritorio.
La strada è principalmente è asfaltata, anche se alcune tratte si snodano nei boschi poiché i templi si trovano spesso sulla cima di una collina o di una montagna.
Il pellegrinaggio offre l’opportunità di ammirare paesaggi straordinari: ci si ritrova immersi nella natura, tra valli verdissime e silenziose, oppure si cammina costeggiando l’Oceano Pacifico o tra le risaie di villaggi dispersi, dove regna una pace quasi magica. Per convenzione si termina al tempio un numero 88 Ōkuboji, nei dintorni di Tokushima.
Per secoli i pellegrini si sono spostati a piedi, ma ora utilizzano in genere automobili, taxi, autobus, biciclette o motocicli, e i pellegrini a piedi rappresentano una netta minoranza. Il percorso è lungo circa 1200 km e a piedi richiede dai 30 ai 60 giorni per essere completato. I pellegrini che completano il percorso sono chiamati o-henro-san e sono riconoscibili per gli abiti tradizionali che indossano: una veste bianca (hakui), un cappello piramidale di paglia, un bastone di legno (Kongo-zue) e una Zuda-bukuro, una borsa che serve per portare tutti gli oggetti di uso comune (guide, incensi, ecc.). Molti pellegrini hanno un libro dei timbri (No Kyocho), dove è possibile ad ogni tempio farsi apporre due timbri (uno del tempio e uno con il simbolo di Kukai). Un altro oggetto tipico è l’Osamefuda, un foglietto sul quale vanno riportati il nome, la provenienza ed la motivazione che spinge alla preghiera; ne va donato uno ogni tempio, e uno a ogni persona che vi fa regali lungo il percorso. È usanza anche scambiarseli con gli altri pellegrini che si incontrano.
C’è una ritualità da seguire nell’accesso ai templi:
- Ingresso principale: sotto la porta principale del complesso, si congiungono le mani davanti al cuore e si effettua un inchino.
- Vasca per la purificazione: si procede in direzione della vasca e tramite dei piccoli mestoli si lavano mani e bocca.
- Torre della campana: si suona la campana per avvisare del proprio arrivo.
- Tempio principale: si accende un incenso di fronte al tempio principale, poi si recitano i sutra a mani giunte. Il sutra più comune e importante è ilSutra del Cuore.
- Daishi-do: dopo aver recitato le preghiere si procede verso il Daishi-do, dove va ripetuto lo stesso rituale effettuato al tempio principale per rendere omaggio a Kobo Daishi, il fondatore del Buddismo Shingon.
- Saluto: prima di uscire, si ripete la procedura iniziale, a mani giunte, volti verso il tempio principale.
Il senso del pellegrinaggio non è arrivare alla meta ma il viaggio: l’atto di camminare lungo il percorso è un atto di contemplazione.
Camminando lungo il percorso e visitando i templi si incontrano numerosi tesori nazionali, opere d’arte e strutture di grande importanza culturale; sono spesso visibili anche nelle sale principali dei templi e nelle case del tesoro che sono aperte al pubblico, con un biglietto d’ingresso minimo.
Tra i templi da visitare segnalo Ryozenji, con l’intricata collezione scolpita di 13 Buddha, esposta gratuitamente in un edificio poco prima della sala principale.
Intorno a Matsuyama, si trovano otto degli 88 templi del percorso. Tra questi il numero 51, Ishite-ji, è di sicuro il più vissuto e frequentato di tutti, non distante dalle Dogo Onsen, le terme più antiche di tutto il Paese, la cui struttura in legno è stata costruita nel 1894. Avvicinandosi alla zona interna del tempio, si passa attraverso la Porta Niomon, fiancheggiata da dettagliate incisioni dei feroci Re Deva. La porta risale al 1318 ed è Tesoro nazionale. All’interno si trovano la sala principale e una pagoda a tre piani. Entrambe sono riconosciute Beni culturali di rilievo e, insieme alla porta, presentano caratteristiche architettoniche tipiche del periodo Kamakura (1192-1333).
Gli ottantotto templi
Prefettura TOKUSHIMA
n. 1 RYOZENJI Naruto
n. 2 GOKURAKUJI Naruto
n. 3 KONSENJI Itano
n. 4. DAINICHIJI Itano
n. 5. JIZOJI. Itano
n. 6. ANRAKUJI. Kamita
n. 7 JURAKUJI. Awa
n. 8. KUMATANJI. Awa
n. 9. HORINJI. Awa
n. 10 KIRIHATAJI. Awa
n. 11 FUJIIDERA.Yoshinogawa
n. 12 SHOZANJI.Kamiyama
n. 13 DAINICHJI. Tokushima
n. 14 JORAKUJI. Tokushima
n. 15 KOKUBUNJI. Tokushima
n. 16 KAR’ONJI. Tokushima
n. 17 IDOJI. Tokushima
n. 18 ONZANJI. Komatsushima
n. 19 TATSUEJI. Komatsushima
n. 20 KAKURINJI. Kathryn
n. 21 TAYRYUJI. Anan
n. 22 BIODIJI. Anan
n. 23 YAKUOJI. Minami
Prefettura di KOCHI
n. 24 HOTSUMISAKIJI. Muroto
n. 25 SHINSHOJI. Muroto
n. 26 KONGOCHOJI. Muroto
n. 27 KONOMINEJI. Muroto
n. 28 DAINICHIJI. Konan
n. 29 KOKUBUNJI. Nankoku
n. 30 ZENRAKUJI. Kochi
n. 31 CHIKURINJI. Kochi
n. 32 ZENIBUJI. Nankoku
n. 33 SEKKEIJI. Koch
n. 34 TANEMAJI. Haruno
n. 35 KIYOTAKIJI. Tosa
n. 36 SHORYUJI. Tosa
n. 37 IWAMOTOJI. Shimanto
n. 38 KONGOFUKUJI. Tosashimizu
n. 39 ENKOJI. Sukumo
Prefettura di EHIME
n. 40 KANJIZAIJI. Ainan
n. 41 RYUKOJI. Uwajima
n. 42 BUTSUMOKUJ. Uwajima
n. 43 MEISEKIJI. Seiyo
n. 44 DAIHOJI. Kumakogen
n. 45 IWAYAJI. Kumakogen
n. 46 JORUNJI. Matsuyama
n. 47 YASAKAJI. Matsuyama
n. 48 SAIRINJ. Matsuyama
n. 49 JODOJI. Matsuyama
n. 50 HANTAJI. Matsuyama
n. 51 ISHITEJI. Matsuyama
n. 52 TAIZANJI Matsuyama
n. 53 ENMYOJI. Matsuyama
n. 54 ENMEIJI. Imabari
n. 55 NANKOBO. Imabari
n. 56 TAISANJI. Imabari
n. 57 EIFUKUJI. Imabari
n. 58 SEN’YUJI. Imabari
n. 59 KOKUBUNJI. Imabari
n. 60 YOKOMINEJI. Saijo
n. 61 KOONJI. Saijo
n. 62 HOJUJI. Saijo
n. 63 KICHIJOJI. Saijo
n. 64 MAEGAMIJI. Saijo
n. 65 SANKAKUJI. Shikokuchuo
Prefettura di TOKUSHIMA
n. 66 UNPENJI. Miyoshi
Prefettura di KAGAWA
n. 67 DAIKOJI. Mitoyo
n. 68 JNNEIN. Kan’onji
n. 69 KAN’ONJI. Kan’nji
n. 70 MOTOYAMAJI. Mitoyo
n. 71 IYADANIJI. Mitoyo
n. 72 MANDARAJI. Zentsuji
n. 73 SHUSSHAKAJI. Zentsuji
n. 74 KOYAMAJI. Zentsuji
n. 75 ZENTSUJI. Zentsuji
n. 76 KONZOJI. Zentsuji
n. 77 DIRYUJI. Tadotsu
n. 78 GOSHOJI. Utazu
n. 79 TENNOJI. Sakaide
n. 80 KOKUBUNJI. Takamatsu
n. 81 SHIROMINEJI. Sakaide
n. 82 NEGOROJI. Takamatsu
n. 83 ICHINOMIYAJI. Takamatsu
n. 84 IASHIMAJI. Takamatsu
n. 85 YAKURIJI. Takamatsu
n. 86 SHIDOJI. Sanuki
n. 87 NAGAOJI. Sanuki
n. 88 OKUBOJ. Sanuki
Il percorso è suddiviso in quattro sezioni, una per ciascuna delle quattro prefetture dell’isola. E ogni sezione rappresenta anche una fase diversa in un viaggio religioso.
Il tema della sezione Prefettura di Tokushima (templi 1-23) è RISVEGLIO, Kochi (templi 24-39) incentrata sulla FORMAZIONE ASCETICA, Ehime (templi 40-65) è orientato a ILLUMINISMO, e la sezione Kagawa (templi 66-88) NIRVANA, come tema.