Giappone: Kyoto e lo zazen, i templi dell’isola di Shikoku tra ryokan e onsen

Il viaggio

Questo viaggio, pensato per voi, è davvero molto particolare, perché vi darà la possibilità di vivere un vero incontro spirituale con il Giappone più sacro, accompagnato da alcune esperienze uniche che vi condurranno nell’intimità di questa cultura: una sessione di meditazione zazen, la cerimonia del the, un bagno di benessere negli onsen tradizionali e un soggiorno nei tipici ryokan.
Apriremo così una finestra sul sofisticatissimo mondo spirituale che anima la ricerca dell’armonia, quasi esasperata, di questo mondo per noi così diverso.

In realtà, se volete, potrete vivere 3 viaggi in uno: il viaggio principale sarà dedicato all’incontro con l'isola di Shikoku, per conoscere alcuni degli 88 templi del famosissimo pellegrinaggio. Questo itinerario potrà essere preceduto dalla scoperta di Nikko, perla storica e religiosa per gli shintoisti immersa in un ambito naturale bellissimo, e dal sentiero storico del Nakasendo, tra i villaggi delle Alpi giapponesi, con le sue antiche stazioni di posta (PRIMA ESTENSIONE), e seguito dall’incontro con la dea del sole, per arrivare all’isola delle donne che raccolgono le perle (SECONDA ESTENSIONE).

Prima di giungere all’isola di Shikoku per compiere una parte del pellegrinaggio degli 88 templi buddhisti visiterete Kyoto, la capitale culturale del Giappone. Kyoto fu anche capitale politica del Paese dall’VIII secolo, con un’interruzione nel periodo di Kamakura, fino al 1868, quando l’imperatore giapponese si trasferì a Tokyo.
In questa meravigliosa città troverete luoghi affascinanti: più di 1000 templi buddhisti ed oltre 400 santuari shintoisti, oltre a giardini esteticamente perfetti, con ben 17 siti Patrimonio dell’Umanità.

kyoto foto di Su San Lee Unsplash viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

Durante il soggiorno a Kyoto vivrete l’esperienza di una sessione di pratica meditativa“zazen” (che significa “meditazione seduta”) guidata dai monaci del tempio zen Rinzai di Shorinji e visiterete tra gli altri il Tenryu-ji, uno dei templi principali della scuola zen Rinzai, che include uno dei giardini più belli.

Ma Kyoto non è solo templi e giardini: visiterete il maestoso castello di Nijo-ji, datato 1603, residenza del primo shogun Togukawa, con mura possenti, diversi padiglioni e un meraviglioso giardino.

A Himeij, che raggiungerete in treno, visiterete un altro meraviglioso castello, il miglior esempio rimasto dell'architettura dei castelli giapponesi. Comprende 83 edifici ed è chiamato Castello dell'airone, per il suo peculiare intonaco bianco.

castello dell airone foto di Pixabay viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

A Yufuin,  una  graziosa cittadina termale ai piedi del vulcano Yufu, alloggerete in un tradizionale ryokan e vivrete l’esperienza davvero unica di un onsen con vasca di acqua calda termale.

In traghetto raggiungerete poi l’isola di Shikoku, famosa per il pellegrinaggio degli 88 templi che anche voi compirete in piccola parte! Inizierete dal tempio buddhista di scuola Shingondi Ishite-ji, il 51° nella sequenza del circuito, per poi recarvi alle terme di Dogo OnsenHonkan, costruite alla fine dell’Ottocento e frequentate da imperatori e da alcuni dei più famosi letterati dell’epoca Meiji, tra cui il celebre scrittore Natume Soseki.

Viaggiando in treno lungo la costa arriverete a Imabari, tempio buddista di Nanko-bo, il 55° nella sequenza del circuito, e raggiungerete poi il parco di Ritsurin, un meraviglioso giardino giapponese situato a Takamatsu dove vivrete l’esperienza emozionante della cerimonia del the in un suggestivo padiglione adagiato sulle sponde di un laghetto.

parco ritsurin viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

Visiterete poi  l’antico tempio buddista di scuola Shingondi Yashima-ji, l’84° nella sequenza, per spostarvi poi sulla costa orientale dell’isola, a Naruto, dove si trova il primo degli 88 templi del pellegrinaggio di Shikoku, il Ryozen-ji. Nei pressi di Naruto osserverete anche  un interessante fenomeno naturale: i famosissimi vortici marini, di dimensioni impressionanti!

tempio a naruto foto Wikimedia Commons viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

Lasciata l’isola di Shikoku raggiungerete in treno Nara, dove si trovano importanti templi e opere d’arte che risalgono all’VIII secolo, quando questa era la capitale del Giappone e dove i cervi vivono liberi nel parco vicino al tempio Tōdai-ji. Nara ospita ben otto siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e con questo splendore negli occhi tornerete in Italia, o proseguirete aggiungendo a questo itinerario l’estensione a Ise e Toba.

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1° giorno | partenza per Osaka
2° giorno | Osaka – Kyoto

Dall’aeroporto di Osaka raggiungerete in treno Kyoto, accompagnati dalla guida locale, e vi sistemerete nell’hotel Daiwa Roynet Hachijoguchi, dove potrete rilassarvi dopo il lungo viaggio.

3° giorno | Kyoto

Dopo colazione raggiungerete Arashiyama Sagano, un’area di Kyoto ai margini della montagna. Furono i nobili del periodo Heian, attratti dalle sue bellezze naturalistiche e dal clima tranquillo, a rendere questa zona di Kyoto particolarmente famosa.  La scelsero come meta per le loro vacanze, e ancora oggi è questo il luogo prediletto da tutti coloro che vogliono vivere un momenti di relax a contatto con la natura.

Visiterete il Tenryu-ji, uno dei templi principali della scuola zen Rinzai. Il suo nome significa “tempio del drago celeste”, e fu costruito nel 1339 sui resti della residenza dell’Imperatore Go-Daigō dopo che un sacerdote sognò un drago emergere dal vicino fiume.
La principale attrazione di Tenryu-ji è il suo giardino Zen, anch’esso del XIV secolo, con il grande stagno dove si riflettono alberi di acero e grandi rocce grezze. Il giardino è stato progettato in armonia con le vicine colline di Arashiyama, che gli fanno da scenario. Molti dei suoi elementi strutturali si ripetono in giardini poi costruiti altrove: in autunno gli aceri hanno splendidi colori, mentre in primavera sono visibili i bianchi maraschi o i grandiosi tronchi dei pini rossi delle colline lontane. A prescindere dalla stagione dell’anno, ad ogni modo, la visita di questo luogo ha il compito principale di calmare la mente e rilassare il corpo. Ai  visitatori viene offerto un assaggio della cucina vegetariana tipica del tempio, chiamata shōjin-ryōri.
Nelle vicinanze cresce una bellissima foresta di bambù, un luogo magico dove passeggiare. La vicinanza di questa pianta a un luogo sacro non è una coincidenza ed è una circostanza molto comune, perchè è considerata un simbolo di forza, in grado di tenere lontano gli spiriti malvagi.

Visiterete poi il tempio di Shorinji, dove vivrete l’intensa e speciale esperienza di una sessione di pratica meditativa “zazen” (che significa “meditazione seduta”), guidata dai monaci.

Vi dirigerete poi al tempio shintoista di Fushimi Inari, il “santuario della volpe”, un affascinante e venerato complesso che nell’VIII secolo fu dedicato dal clan Hata alle divinità del riso e del sake. Con il ruolo sempre minore dell’agricoltura nella società giapponese, ad esso fu affidata la prosperità del commercio e dell’industria manifatturiera. L’apparentemente infinito e suggestivo sentiero che conduce al tempio, affiancato da oltre cinquemila torii arancioni (piccole arcate, classiche porte d’accesso ai templi scintoisti) e un susseguirsi di templi minori, lo rendono una delle mete più popolari del Giappone.
Nel tempio vi sono dozzine di statue di volpi, animali cui secondo la mitologia antica erano ordinati i messaggi delle divinità dei cereali (Inari, appunto). In Giappone vi è un numero grandissimo di templi dedicati al culto della volpe, animale noto per la sua astuzia e quindi associato al successo nel campo degli affari. Le chiavi che spesso tengono strette tra i denti sono il simbolo dell’acceso ai granai. Esistono circa 40.000 altri templi Inari sparsi per l’intero Giappone.

4° giorno | Kyoto

Dopo colazione raggiungerete il tempio buddista zen Ryoan-ji, di scuola Rinzai, nei pressi del magico laghetto di Kyoyo Chi. In questo tempio si trova uno dei più celebri giardini zen del Giappone: un ‘karesansui’, o ‘giardino secco’, uno spazio chiuso che si ammira dalla veranda della residenza dell’abate. La composizione delle quindici pietre del karesansui è studiata in modo da non rendere possibile da nessuna angolazione la visione simultanea di tutte. Questo è il ‘koan’ (indovinello paradossale) del giardino: il messaggio nascosto è che la visione completa delle cose si ha solo con l’illuminazione.
Proseguirete per il Kinkaku-ji (il “Padiglione d’Oro”), probabilmente il più celebre edificio storico del Giappone. Il suo tetto d’oro si riflette con rara bellezza nelle acque del Kyōkōchi, lo specchio d’acqua antistante. Con le sue isolette di rocce e pini, anch’esse riflesse nello stagno, il “tempio del padiglione d’oro” vi offrirà un’esperienza mozzafiato.

In origine era la residenza dello shogun Ashikaga Yoshimitsu (1358-1409), ma poco dopo la sua morte fu decorata con foglie d’oro e convertito in tempio Zen. In un drammatico evento raccontato dal celebre Yukio Mishima in una delle sue opere, nel 1950 un monaco ventunenne lo incendiò. Fu ricostruito nel 1955 e ancor oggi conserva reliquie sacre.
Raggiungerete poi, nel cuore della città, il maestoso castello di Nijo-ji, datato 1603, residenza del primo shogun Togukawa. Ha mura possenti, che dovevano trasmettere il prestigio dello shogun, e diversi padiglioni. Divenne poi la residenza di altri shogun della stessa famiglia, che governò il Giappone per oltre duecento anni, dal 1603 al 1868. Il largo fossato, i massicci bastioni di pietra e i pesanti ma elaborati portoni d’ingresso, le uniche fortificazioni di cui i suoi abitanti necessitavano, sono tuttora spettacolari. Il comprensorio è ampio e contiene diversi bei giardini con prugni e ciliegi.
All’interno sono conservate numerose opere d’arte giapponesi, tra cui i paravento dipinti, nella sala principale dove gli shogun incontravano i daimyō, gli amministratori guerrieri di più alto grado. Decorati da artisti della scuola Kano con colori vividi e grandi quantità di foglie dorate per raffigurare i fiori, gli alberi, gli uccelli e le tigri, furono certamente concepiti per impressionare gli ospiti. Scoprirete anche i famosi “pavimenti canterini”, un’invenzione acustica di allora che permetteva di allertare le guardie in caso d’intrusione.

Dopo pranzo proseguirete il vostro itinerario verso il tempio Sanjusangendo, che risale al 1266, dedicato al Buddha della compassione Kannon (Avalokiteshvara). Nel tempio vi sono 1000 statue lignee originali che circondano la figura principale, un capolavoro attribuito allo scultore Tankei e dichiarato tesoro nazionale del Giappone.

Completerete la visita con il tempio di Kiyomizu-dera, che si raggiunge passeggiando tra le case di un quartiere tradizionale. Fu fondato nel 798, su di una collina con una bella visuale su Kyoto, ed è composto da diversi padiglioni di cui Hondo è il più grande ed importante: nonostante le sue dimensioni, venne edificato senza usare un solo chiodo! Il suo nome significa letteralmente “sala dai trentatre spazi tra le colonne”, una caratteristica della particolare architettura della sala principale, lunga 125 metri. Si tratta della costruzione di legno più lunga al mondo.
Ospita tra l’altro uno spettacolare insieme di statue: la statua principale è di Kannon Bodhisattva, dea della compassione in posizione seduta, la cui espressione serena e benevolente suscita grande emozione. Si tratta di un capolavoro attribuito allo scultore Tankei, dichiarato tesoro nazionale del Giappone. L’effetto è moltiplicato dalle mille statue in posizione eretta della stessa dea Kannon che riempiono il resto della sala. Affiancando la statua principale in file da cinquanta, sembrano soldatesse della compassione. Graziosamente scolpite in legno di cipresso e rivestite con foglie d’oro, ognuna possiede venti paia di braccia e ha il compito di salvare molti mondi. Centoventiquattro di queste statue, salvate da un incendio che nel 1249 distrusse il tempio originale, risalgono al 1164, mentre le rimanenti sono del tredicesimo secolo.
Ventotto statue, dall’espressione intensa e dalla dovizia impressionante di dettagli, rappresentano le divinità guardiane.

In serata chi è interessato potrà assistere ad uno spettacolo di rappresentazioni classiche giapponesi nel quartiere di Gion.

5° giorno | Kyoto – Himeji – Okayama – Kumamoto

Dopo colazione lascerete Kyoto e prenderete un treno per Himeji. Qui sorge un grande forte di epoca Sengoku, Patrimonio dell’umanità UNESCO: è il più grande dei tre principali castelli storici del Giappone, conosciuto localmente col nome di “airone bianco” per via dell’aspetto candido brillante degli esterni. È il miglior esempio rimasto dell’architettura dei castelli giapponesi e comprende 83 edifici. La costruzione iniziò nel XIV secolo per essere successivamente ampliata. Lo stupefacente insieme attuale risale al XVII secolo.

Completata la visita proseguirete con un treno veloce verso Okayama, località celebre per il castello edificato alla fine del XVI secolo. Fu restaurato in modo fedele dopo la seconda guerra mondiale, ed è conosciuto come il ‘corvo’ per via del suo inusuale colore nero. L’edificio si affaccia sul fiume Asahi dove, sulla riva opposta, si adagia il giardino di Koraku-en, considerato uno dei tre più incantevoli del Giappone.

Raggiungerete poi la vicina Kurashiki, una cittadina tradizionale che conserva gli antichi quartieri dei mercanti, con case basse situate lungo il canale. Kurashiki è caratterizzato da un’architettura che risale al periodo Edo dell’epoca dei samurai. I suoi edifici non sono mai stati ricostruiti, così che l’intero centro storico vanta ancora scorci suggestivi e l’aspetto, nonché l’atmosfera, proprio dei quartieri abitati dai mercanti nel passato. La parte sicuramente più caratteristica è quella che si sviluppa lungo il corso d’acqua.

Con il treno veloce arriverete infine all’isola di Kyushu, la più meridionale del Giappone, in gran parte montuosa e con diversi vulcani e importanti centri termali. Il trasferimento è lungo, oltre 500 km, e richiede un poco meno di 5 ore inclusi i cambi; così alla stazione si potranno acquistare dei piatti pronti da consumare sul treno, che in Giappone sono preparati con un’incredibile attenzione e gusto estetico, tali da sembrare quasi delle opere d’arte!

In serata raggiungere Kumamoto, dove alloggerete all’hotel Nikko Kumamoto Kyushu.

6° giorno | Kumamoto – Yufuin

Dopo colazione visiterete il castello di Kumamoto, simbolo della città e uno dei castelli più grandi e belli del Giappone. Costruito nel 1607 dal primo signore feudale della regione, Kiyomasa Kato, è composto da una serie di edifici. Alcuni di essi sono originali, altri invece sono una ricostruzione moderna, ma riescono a trasmettere perfettamente le atmosfere e lo splendore di un tempo. Oltre alla bellezza architettonica, il castello di Kumamoto svolse un ruolo chiave nelle vicende storiche e politiche della regione, che oggi si possono ripercorrere nel museo al suo interno. Da qui si raggiunge il giardino di Suizenji (1636), la cui composizione comprende un monticello erboso che rappresenta il monte Fuji.

In treno vi dirigerete poi a Yufuin, una piccola e graziosa cittadina termale ai piedi del vulcano Yufu, dove alloggerete in un tradizionale ryokan, il Tsuenosho. La zona ha una strada lastricata in pietra risalente al XVII secolo, quando l’area iniziò a diventare popolare, e qui avrete a disposizione un onsen con una vasca di acqua calda termale: la sorgente termale di Yufuin ha il secondo flusso d’acqua più alto del Giappone, ed è famosa per le sue proprietà curative. Questo onsen è popolare già dall’VIII secolo ed è riconosciuto come uno dei tre bagni medicinali principali del Giappone. La sorgente di Tsukuhara ha un pH acido di 1,4 e la sua acqua è efficace nel trattamento della pelle. La città di Yufuin vanta numerosi onsen, alcuni ospitati presso ryokan e che spesso consentono l’accesso anche ai visitatori esterni, che non soggiornano nella struttura. Alcuni bagni termali si trovano nei dintorni del lago e offrono vasche all’aperto con splendide viste sulla montagna, ideali per immergersi nelle bellezze di Yufuin. Tra gli onsen citiamo lo storico Shitan-yu, che offre varie sorgenti all’aperto e altre al coperto.

7° giorno | Yufuin – Beppu – Usuki – Yawatahama (Shikoku) – Matsuyama

Dopo colazione raggiungerete la vicina cittadina di Beppu, famosa per le sue abbondanti acque termali. Qui visiterete i “Jikoku”, o inferni, fuoriuscite di acque calde e fanghi, e tra i vapori scoprirete laghetti termali di diversi colori. Spostandovi con un apposito autobus locale sosterete in tutte e otto le pozze di Jikoku. Le più spettacolari sono tre: il lago azzurro, il rosso e quello di fango.

Dopo questa visita surreale raggiungerete la località di Usuki, per visitare il sito dei Budda di Pietra: si tratta di un insieme di quattro gruppi di statue rupestri cesellate nel XII secolo nella roccia vulcanica di una falesia. È il sito rupestre più importante del Giappone, Paese in cui è inusuale incontrare questa forma d’arte poiché in genere per le raffigurazioni sacre viene utilizzato legno o metallo.

Vi imbarcherete poi sul traghetto per l’isola di Shikoku, nota per “il pellegrinaggio degli 88 templi”, un percorso mistico di circa 1200 chilometri che collega 88 dei templi e santuari. Una volta sbarcati, in treno raggiungerete Matsuyama dove alloggerete in un tradizionale ryokan vicino alle storiche terme pubbliche di Dogo Onsen, il Chaharu.

8° giorno | Matsuyama

Affacciata sul Mare Interno di Seto, grazie ai suoi due porti, Matsuyama ha vissuto negli ultimi decenni un’impennata nell’industria e nel commercio. Oggi è la città più grande ed importante dell’isola di Shikoku.
Masaoka Shiki, il padre del moderno haiku, descrisse la città come la sua “cara città natale”. Potrete trovare bellissime iscrizioni di haiku su pietra in giro per la città. Se vorrete potrete scrivere un haiku voi stessi, e metterlo in una delle tante apposite cassette sparse per la città.

Sopra la collina che sovrasta la città si trova il castello, uno dei pochi originali del Giappone. Qui si possono fare alcune esperienze uniche, come suonare i tamburi taiko o indossare l’armatura di un samurai. Eretto al principio del XVII secolo e caratterizzato da un’architettura articolata, è ben difeso da una cinta muraria in pietra e da diversi torrioni e torrette che gli conferiscono un aspetto grandioso e perfetto. Dalla sua posizione strategica si domina l’intera pianura sottostante, su cui la città si estende per arrivare fino al mare.

Un altro punto di grande interesse della zona è il tempio buddista di scuola Shingondi Ishite-ji, il 51° nella sequenza del pellegrinaggio. La sua sala principale e la pagoda a tre piani sono state dichiarate importanti proprietà culturali del Giappone, mentre il cancello nio-mon è tesoro nazionale. La divinità alla quale è dedicato questo tempio è Kishimojin, venerata affinché garantisca un parto agevole: si narra che chiunque raccolga un sasso intorno alla sala in cui è custodita Kishimojin verrà benedetto e potrà avere bambini.

Nel pomeriggio vi recherete alle terme di Dogo Onsen Honkan, costruite alla fine dell’Ottocento e frequentate da imperatori e da alcuni dei più famosi letterati dell’epoca Meiji, tra i quali il celebre scrittore Natume Soseki che qui vi ambientò il suo romanzo Botchan. La tradizione degli onsen a Matsuyama è antichissima, e si  si narra che la fonte del Dogo Onsen Honkan fu scoperta per merito di un airone che veniva a bagnarsi nelle sue acque. La gente, incuriosita, seguì l’animale e trovò un laghetto naturale di acqua calda, e attorno al laghetto venne edificato lo stabilimento termale che possiamo ammirare ancora oggi.
L’edificio attuale venne riedificato nel 1894 durante l’epoca Meiji, e nel 1897 la famiglia imperiale vi si recò in visita e realizzò una dependence privata le cui sale sono finemente decorate con pareti in foglia d’oro e argento in stile azuchimomoyama (risalente al 1500). In un livello seminterrato si trova una vasca termale scavata nella roccia con un giardino sotterraneo per permettere ai reali di avere la sensazione di essere all’aperto. L’esterno della struttura colpisce per i numerosi dettagli in stile tradizionale, ed è impreziosito da una torretta con vetrate di colore rosso e statue di aironi che punteggiano il tetto. Gli interni sono ancora più incredibili: un labirinto di scale, corridoi e stanze che pare abbiano ispirato gli ambienti e le atmosfere descritti da Hayao Miyazaki nel celebre film d’animazione La città Incantata.
La struttura ospita al suo interno due aree onsen: Kami no Yu si trova al primo piano e possiede la vasca pubblica più grande e affollata, mentre Tama no Yu occupa il secondo piano, presenta dimensioni ridotte e conserva un’atmosfera più intima. Oltre a ciò ci sono anche delle sale relax con pavimenti in tatami, alcune delle quali possono essere riservate ad uso privato. Infine, al secondo piano, è allestita una piccola esposizione di documenti storici riguardanti Dogo Onsen Honkan e dei curiosi pezzi di legno, chiamati yufuda, un tempo utilizzati come ticket d’ingresso.

Per chi è interessato, con una breve passeggiata da qui o dal ryokan ci si può recare al santuario shintoista di Isaniwa. Si completa la giornata con una cena tradizionale nel ryokan.

9° giorno | Matsuyama – Imabari – Kotohira

Dopo colazione partirete in treno per Imabari, per visitare il tempio buddista di Nanko-bo, il 55° nella sequenza, e per ammirerare l’elegante castello vicino al mare.

Sempre in treno raggiungerete la piccola località di Kotohira, dove alloggerete nel ryokan Kadan. Vi recherete al santuario di Kotohira-gu, uno dei più popolari e amati del Giappone, chiamato anche Kompira-san; la divinità principale custodita al suo interno è Omononushi-no-Kami, adorata in tutto il Paese come divinità protettrice: del raccolto abbondante, della prosperità industriale che culturale, della pace della Nazione, è anche kami (cioè protettore) dei naviganti. Fondato nell’XI secolo sul fianco del monte Zozu, il culto legato al santuario è frutto di un sincretismo tra shintoismo e buddhismo, e tuttora marinai e pescatori si recano al tempio per invocare protezione. Dall’Omote-sando (entrata principale) all’Hongu (santuario principale) ci sono 785 gradini di pietra, molti negozi di souvenir e luoghi rilevanti come il Daimon (ingresso principale), i Gonin-byakusho (I cinque contadini), Kobayashi Issa Ku-hi (una tavoletta di pietra con su inciso un Haiku composto da Kobayashi Issa), la Shoin (stanza del disegno). Kotohira-gu possiede molte strutture dedicate ad attività culturali, e anch’esse attraggono molti visitatori. Shoin (stanza del disegno) è ripartita da divisori decorati con dipinti (chiamati Shohekiga).
Il Santuario Kotohira-gu contiene 27 dipinti di Yuichi Takahashi, un pioniere della pittura giapponese che si ispirava all’arte Occidentale. Si consiglia di visitare Homotsu-kan (stanza del tesoro), al cui interno sono custoditi tesori collegati al Santuario Kotohira-gu: una collezione di preziosi oggetti d’arte e reperti come la Juichimen-Kannon (una statua della dea misericordia dalle undici facce), dichiarata Importante Proprietà Culturale a livello nazionale, e anche il Sanju-roku Kasen Gaku (un affresco dei Trentasei Immortali della Poesia).

Completerete la giornata con il celebre Kanamaruza, il più antico teatro kabuki di tutto il Paese, costruito nel 1835. La visita è interessante anche quando il palcoscenico è vuoto: singolare è il meccanismo girevole che da quasi due secoli viene fatto ruotare da un gruppo di uomini vigorosi che stanno sotto il palcoscenico, mentre il pubblico assiste allo spettacolo seduto sul tatami. Il teatro fu originariamente costruito nel 1835 nella cittadina di Kotohira. Dopo essere caduto in disuso per diversi anni, nel 1970 il governo giapponese lo dichiarò un bene culturale di rilievo. Da allora il teatro è stato restaurato per ripristinare il suo aspetto originale. Il kabuki è un’arte dello spettacolo tradizionale giapponese le cui origini risalgono a più di 400 anni fa. Tutti i personaggi nel kabuki sono impersonati da attori uomini che, truccati in modo stravagante, indossano costumi tradizionali e si esibiscono con movenze esasperate.

10° giorno | Kotohira – Takamatsu (con cerimonia del tè a Ritsurin) – Naruto – Tokushima

Dopo colazione, con un pulmino privato, arriverete a Takamatsu, dove si trova il magnifico Parco Ritsurin, tra i più celebri giardini storici del Giappone. Venne istituito nel XVII secolo: si estende su una vasta area (circa 75 ettari) e racchiude dolci colline ricoperte da boschi di pino, alberi sempreverdi e piante ornamentali, tutto accuratamente selezionato per garantire colori e fioritura in tutte le stagioni. Piccoli stagni e canali, ponti e sentieri conferiscono al parco un’atmosfera veramente zen. Il parco ospita anche alcuni laboratori artigianali che lavorano oggetti di legno: parteciperete qui alla magnifica esperienza della cerimonia del tè in un armonico padiglione adagiato sulle sponde di un laghetto.

Vi sposterete poi sulla verde collina di Yashima, contesa nei secoli da diversi clan di samurai per la sua visuale strategica e teatro di molte battaglie. Sulla sua sommità è ospitato l’antico tempio buddhista di scuola Shingondi Yashima-ji, l’84° nella sequenza del pellegrinaggio, dedicato anche a tanuki (una specie di cane procione), divinità dal carattere un po’ burlone che può cambiar sembianze per fare scherzi alla gente. Il tempio Yashima-ji nacque grazie al sommo sacerdote Ganjin mentre si stava recando a Dodai-ji. Egli si fermò qui per costruire un tempio e dedicarlo a Fugen Bosatsu.
A destra della sala principale è custodito, come dio patrono, Tasaburo-tanuki, leader tanuki di Shikoku, che si dice porti fortuna ai matrimoni e alla felicità familiare.

Proseguirete poi per Naruto, dove  si trova il primo degli 88 templi del pellegrinaggio di Shikoku, il Ryozen-ji, anche questo di scuola buddhista Shingon. È il primo luogo in cui i pellegrini si radunano e pregano affinché il loro viaggio sia sicuro, e anche l’ultimo luogo che visitano per ringraziare del successo della loro impresa. Si dice che il tempio sia stato fondato all’inizio del VII secolo per ordine dell’imperatore Shomu, ma durante il periodo Muromachi (XIII secolo) venne distrutto da un incendio. In seguito fu ricostruito, ma la tragedia lo colpì di nuovo con un  incendio nel 1891.
Il tempio contiene immagini preziose di Yakushi Sanzon e Juichimen Kannon, considerate patrimoni preziosi.

Vicino a Naruto osserverete anche un interessante fenomeno naturale: un vortice marino di dimensioni impressionanti. Qui l’oceano Pacifico si collega col Mare Interno di Sulu, e con le maree si crea una differenza nel livello delle acque di circa un metro e mezzo, dando vita a una potentissima e veloce corrente che cambia di direzione quattro volte nel corso della giornata producendo questo spettacolare effetto. I vortici si verificano a ogni cambio di marea, e raggiungono le dimensioni massime in primavera e in autunno, quando il livello del mare si alza di oltre un metro e il loro diametro raggiunge i 20 metri. Molti manga si sono ispirati a questo fenomeno naturale, come il famoso Naruto, uno dei più venduti al mondo, il cui personaggio principale si chiama Naruto Uzumaki (dovuto al vortice).

Vi dirigerete poi nella vicina città di Tokushima per  alloggiare presso l’hotel Grandvrio, sulla riva del fiume Shinmachi a breve distanza dal Pacifico.

 11° giorno | Tokushima– Nara

Dopo colazione partirete in treno per Nara, dove alloggerete presso l’hotel Nikko Nara. Questa cittadina, nel 710 d.C., divenne la prima capitale imperiale del Giappone, ma mantenne questo ruolo solo per 75 anni, quanfo lo scettro passò a Kyoto. Qui visiterete ben otto siti Patrimonio Mondiale dell’UNESCO: tra questi il più significativo è il tempio di Todai-ji, considerato il fiore all’occhiello di Nara, che risale al 728 e che ospita la statua del Grande Budda (Daibutsu), custodita in un padiglione alto quasi cinquanta metri. È il più alto edificio in legno al mondo. Molto interessante è anche il grande portale meridionale, Nandal-mon, con due statue lignee del XIII secolo.

Visiterete poi il grande santuario shintoista di KasugaTaisha dell’VIII secolo, anch’esso Patrimonio dell’Umanità, famoso per le innumerevoli lanterne che vengono accese nei due festival annuali. La passeggiata che unisce questi due siti ha una caratteristica molto particolare: la presenza dei caprioli, che occhieggiano ovunque tra i reliquiari e i muschi della foresta. Completerete la giornata con una cena tradizionale nel ryokan.

12° giorno | Nara – Osaka e volo di rientro

Dopo colazione, da Nara, raggiungerete in treno l’aeroporto di Osaka per il rientro in Italia.

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Prima del viaggio principale... (4 giorni)
Lo shintoismo di Nikko e le antiche stazioni di posta della Nakasendo

nakasendo giappone viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

Ho immaginato per voi questa estensione del viaggio principale: una occasione speciale per chi desidera immergersi nel passato feudale del Giappone esplorando la valle di Kiso, dove passava un segmento fondamentale della Nakasendo, l'antica via commerciale che metteva in comunicazione la capitale Edo (attuale Tokyo) al resto del Giappone. La Nakasendo si sviluppava per oltre 500 chilometri, con 69 stazioni di posta e piccoli villaggi con punti di ristoro per i viandanti, che qui potevano sostare per riposare, mangiare e comprare alimenti da consumare durante il viaggio. L’antico tracciato ormai non esiste più, ma esiste ancora qualche tratto originale dell’antico percorso attentamente restaurato, capace di trasportarci fuori dal tempo. Tra le stazioni di posta, Tsumago e Magome sono oggi fra le meglio conservate, e qui è possibile vedere gli stessi sentieri in pietra degli antichi viandanti e ammirare le costruzioni in legno di un’epoca lontana. Avrete anche l’opportunità di visitare Nikko, una cittadina immersa in un magnifico scenario naturale sui monti a nord di Tokyo e dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Unesco, luogo di commemorazione del primo Shogun e sede dello straordinario complesso shintoista di Toshogu.

1° giorno | Partenza per Tokyo, arrivo il giorno seguente

Con il treno raggiungerete l’hotel ShinagawaPrince Nord Tower. Avrete il pomeriggio e serata liberi per rilassarvi. Chi lo desidera potrà andare col capogruppo a visitare il quartiere futuristico di Odaiba, sulle isole artificiali nella baia di Tokyo, utilizzando la monorotaia che attraversa il “Rainbow Bridge” con un percorso panoramico, per un’interessante passeggiata nell’area Chihira Junco di Odaiba. Questo ponte è davvero speciale, sospeso a mezz’aria e dipinto di un bianco accecante che di notte sembra farlo brillare in mezzo al buio. È stato costruito tra il 1987 e il 1993, ed è subito diventato uno dei simboli più caratteristici della città di Tokyo. Potrete dirigervi verso la spiaggia del Seaside Park per ammirare la vista sul Monte Fuji dalla ruota panoramica Daikanransha, o per interagire con i robot del museo scientifico Miraikan. Il quartiere di Odaiba nacque verso la fine del periodo Edo (1603-1868), sotto lo shogunato Tokugawa e il progetto prevedeva la costruzione di 11 piccole isole per contrastare eventuali attacchi delle navi della flotta del Commodoro Perry. Di queste isole solo sei vennero effettivamente costruite. Dopo quasi un secolo si decise di collegarle con una massiccia opera di riempimento, e dalle sei piccole isole iniziali si arrivò a due, di grandi dimensioni. A metà degli anni ’90  l’area si riempì di attività commerciali, diventando il grande centro che è oggi: si può visitare ’Ooedo Onsen Monogatari, un vero paradiso del benessere interamente in stile Edo, per immergersi nell’epoca dell’antica Tokyo,con tantissimi trattamenti offerti. Oltre agli Onsen, sia al coperto che all’aperto (utilizzano le acque naturalmente calde che sgorgano direttamente dalla sorgente, che si trova ad una profondità di 1400 metri), è possibile ricevere diversi tipi di massaggi rilassanti, trattamenti esfolianti, “fish therapy“. Sono presenti anche dei punti di ristoro dove mangiare dell’ottimo street food (ramen, sushi, yakitori, udon, ecc.) ma si può anche provare l’autentica cucina Kaiseki , prenotando delle stanze tradizionali private.

2° giorno | Tokyo, escursione a Nikko.

Dopo colazione vi recherete in treno a Nikko, immersa in una stupenda regione naturale tra monti, laghi e foreste. Nell’VIII secolo il monaco buddhista Shodo vi fondò il tempio che oggi è chiamato Rinno-ji, e da allora la città è rimasta un centro importante per le pratiche religiose e di ritiro, sia buddhiste che shintoiste. Il luogo venne in seguito prescelto per lo straordinario complesso shintoista di Toshogu, il grandioso mausoleo dedicato a TokugawaIeyasu, fondatore dello shogunato che dal XVII secolo dominò il Giappone per due secoli e mezzo. Inizierete le visite con il celebre ponte di Shinkyo,  in legno  dipinto di rosso, che segna l’accesso all’area dei templi situati oltre il fiume Daiya. Oltre il ponte si giunge al Rinno-ji, l’antichissimo sito di scuola buddhista Tendai, dove ammirerete tre magnifiche statue di Amida e due sue manifestazioni, SenjuKannon e BatoKannon, considerati le manifestazioni buddhiste delle deità tutelari (kami) dei monti circostanti. Da qui arriverete al Toshogu: completato nel 1636, il complesso è molto ampio e curato nei minimi dettagli, con elementi decorativi che uniscono componenti shintoiste e buddhiste, con forti cromaticità ed una ricchezza di colori e dorature che ne fa un oggetto tra i più affascinanti del Paese. Custodisce la famosa scultura delle Tre scimmie della saggezza: "non odo ciò che non si deve udire, non dico ciò che non si deve dire, non vedo ciò che non si deve vedere". La maggior parte degli edifici del complesso Tosho-gu sono classificati come Tesori Nazionali. Chi lo desidera potrà visitare anche il complesso shintoista di Futarasan jinja, Patrimonio dell’Umanità Unesco, risalente al 767, il più antico complesso religioso del luogo con una ventina di edifici considerati beni di grande importanza culturale. Completerete la visita a Nikko, con il lago di Chuzenji, incastonato tra i monti ai piedi del vulcano Nantai, e le cascate di Kegon, dove le acque fanno un salto di circa 100 metri. Infine la visita alla villa imperiale Tamozawa, costruita nel 1899 quale residenza estiva e composta da 106 stanze. In serata ritornerete a Tokyo.

3° giorno | Tokyo – Matsumoto – Narai Juko – Nakatsugawa

Dopo colazione partirete in treno per Matsumoto, dove visiterete uno dei tre castelli più importanti e interessanti del Giappone (insieme a Himeji e Kumamoto – che visiterete nel corso del viaggio principale). Le sue parti strutturali, ottimamente conservate, risalgono al XVI secolo. La grande torre di cinque piani è la più antica torre di un castello a essere sopravvissuta nella nazione. È chiamato il ‘castello del corvo’, per le mura scure e le ampie tettoie che ricordano delle ali e adornano il palazzo del Daimyo, al centro del vasto complesso: tutto costruito pensando a elaborate strategie difensive. L'area del castello copre circa 39 ettari e all'interno delle sue mura si trovava il donjon ( la residenza principale del daimyō) e numerosi magazzini per le armi e le munizioni, la biblioteca e oggetti di valore. Il donjon è sicuramente la parte più importante del complesso, composta da una torre di sei piani, anche se dall'esterno se ne possono contare solamente cinque. Il terzo livello è privo di finestre, come un livello segreto per nascondersi da una possibile infiltrazione nemica, e in tempo di guerra veniva utilizzato come dormitorio per i soldati. Il secondo piano ha i tategoshi, griglie con l'emblema del signore del castello. Nel perimetro più esterno erano racchiusi gli alloggi dei samurai, i guerrieri che componevano la guardia personale del daimyo e dei suoi consiglieri. Un fossato obbligava il passaggio per e dal castello da due ponti fortificati, chiamati rispettivamente Masugata e Umadashi.
Vi dirigerete poi con un treno locale a Narai Juko, un paese nato come luogo di sosta nel punto più alto del Nakasendo, l’antica strada che collegava Kyoto con Edo (Tokyo); è stato preservato con grande cura e vi si ammirano le costruzioni tradizionali di epoca Edo (XVII-XIX secolo). La Nakasendō era una delle cinque strade principali del Giappone, che partivano dalla sede dello shōgun, Edo, nel periodo Tokugawa tra il 1600 e il 1868: collegava Edo, l'odierna Tokyo, con la capitale e sede imperiale di Kyoto attraverso il sistema montuoso centrale delle Alpi giapponesi. Lungo la Nakasendo, circa ogni 10 chilometri, sorgevano 69 Juku, le città postali, dove samurai, mercanti, monaci erranti e signori locali potevano fermarsi e trovare vitto, alloggio ma anche “intrattenimento”.
Sempre in treno viaggerete verso la tipica cittadina di Nakatsugawa, anche questa punto storico di sosta con costruzioni tipiche del periodo Edo. Gli edifici restaurati del periodo Edo (1603-1867), compresi magazzini, negozi di sakè e ristoranti, offrono uno sguardo sul passato di Nakatsugawa, mentre il Museo di storia di Nakasendo fornisce il contesto. Le piccole stradine alberate libere dal traffico e dai cavi della corrente elettrica rendono l’atmosfera suggestiva e realistica, grazie anche ai dettagli, come le joyato, lanterne in pietra che nel periodo Edo aiutavano i viaggiatori e i pellegrini ad orientarsi nella notte, e la kosatsuba, una bacheca in legno su cui si scrivevano le leggi e le regole della cittadina per informare i viandanti. Alloggerete al Route Inn Nakatsugawa.

4° giorno | Nakatsugawa – Magome e Tsumago – Juko – Kyoto

Dopo colazione raggiungerete con un autobus il bel villaggio tradizionale di Magome, per seguire a piedi una tappa dell’antica via del Nakasendo. Anticamente era un percorso privilegiato per il collegamento tra Kyoto e Edo, perché evitava di attraversare diversi fiumi ed era quindi ritenuto meno pericoloso.  Magome è bellissima da visitare, perchè si è conservata in ottime condizioni nel corso dei secoli, con case tradizionali in legno, alcune delle quali molto antiche e locande. Partirete poi a piedi per Tsumago-Juko, un paese ottimamente preservato che vi farà vivere l'esperienza di quello che era il Giappone antico. Da qui, con un treno veloce arriverete a Kyoto e alloggerete all’hotel DaiwaRoynetHachijoguchi.

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Dopo il viaggio principale... (6 giorni)
La spiritualità del monte Koya, il pellegrinaggio di Kumno Kodo e il Santuario di Ise

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Dopo aver visitato Nara potrete compiere altre esperienze spirituali molto particolari: l'esplorazione del monte Koya, il pellegrinaggio di Kumano Kodo e dei templi shintoisti e assistere ad uno spettacolo unico nel mondo come quello delle raccoglitrici di perle a Toba.

Koya-san è una piccola città-monastero in un magico altopiano coperto da foreste, scelto dal monaco Kobo Daishi come luogo di ritiro: qui fondò la scuola buddhista Shingon, che oggi viene seguita da 10 milioni di fedeli. Alloggerete in un shokubu, una struttura monastica dove vivrete l'esperienza della sessione mattutina di meditazione con i monaci.
Sul monte Koya vi recherete anche al Kawayu Onsen, che vuol dire fiume di acqua calda: l'acqua termale ribolle in superficie sul letto fluviale dell'Oto, e avrete l'opportunità di fare il bagno in acque calde circondati dalla natura.
Intrprenderete poi la Via di pellegrinaggio Kumano Kodo, una delle vie spirituali più importanti al mondo. Attraversa le montagne della penisola di Kii ed è stata percorsa dai pellegrini in cerca di illuminazione per oltre un millennio: una rete di sentieri che, da più direzioni, convergono in uno dei più importanti santuari del Giappone, il Kumano Hongu Taisha.
Vi recherete poi all’isoletta delle perle coltivate di Mikimoto, per  assistere alla “raccolta” delle ostriche a cura di donne pescatrici con il loro classico candido equipaggiamento, e successivamente a Ise per la visita ai santuari shintoisti: un complesso di oltre 125 santuari. Concluderete questo stupefacente viaggio ad Osaka, la più antica città del Giappone.

1° giorno | Nara – Monte Koya

Dopo colazione partirete col treno per Osaka, dove prenderete una funicolare che arriva sui monti ricchi di cedri rossi a Koya-san, una piccola città-monastero in un  magico altopiano, coperto da foreste e circondato da otto cime. Koya-san venne scelta dal monaco KoboDaishi nell’816, al suo rientro dalla Cina, come luogo di ritiro, e qui fondò la scuola buddhista Shingon, che oggi viene seguita da 10 milioni di fedeli e conta circa 4000 templi in tutto il Paese. L’intero luogo è pervaso da una quiete solenne e vi due sono le parti che visiterete: il Garan, con i suoi templi, e il vasto cimitero di Oku-no-in. Nel Garan si trovano diversi edifici interessanti, tra cui il Kondo (Sala Dorata), la pagoda arancione di KonponDaito e il vasto tempio di Kongobu-ji, sede della scuola Shingon.
Il tempio è stato creato come luogo di addestramento segreto del buddhismo esoterico di Shingon. All'interno del tempio si trova la Main Hall, oltre ad altri piccoli templi e pagode. Kondo (la sala principale) è il luogo dove si svolgono la maggior parte delle cerimonie, distrutto dal fuoco sette volte e stato restaurato nella sua forma attuale nel 1932. Nella sala c'erano sette immagini di Buddha, ma tutte sono andate distrutte, mentre è presente un mandala di sangue (Chimandara) che si ritiene contenga il sangue dello Shogun Taira no Kiyomori. Konpon Daito (la grande Pagoda) fu costruita tra il 816-887 e restaurata nella sua forma originale nel 1937. Si dice che l'interno della pagoda rappresenti il mondo dei Mandala: al centro vi è una statua di Taizo-kai Dainichi Nyorai, circondata da quattro statue di Buddha e splendidamente decorato con la faccia di Bosatsu sulle 16 colonne .
Da qui vi recherete in quella che è forse il punto più suggestivo del Monte Koya, il cimitero buddista di Oku-no-in, importante luogo di pellegrinaggio con migliaia di Stupa in pietra. Qui, immerso nella quiete sovrannaturale di questa magica foresta, si trova il sepolcro di KoboDaishi con l’edificio principale, il Toro-do ornato da migliaia di lanterne, e il veneratissimo santuario di Kukai. Secondo un antico racconto della scuola buddhista shingon non esistono morti nell’Okunoin, ma solo spiriti in attesa. La leggenda narra che Kukai (774-835), conosciuto in Giappone come Kobo Daishi, uscirà dal suo stato di meditazione quando Miroku, il Buddha del futuro, scenderà sulla Terra. Quel giorno tutte le anime che riposano nelle sculture, o i cui capelli e  ceneri sono state poste dai parenti davanti al mausoleo di Kukai, si incammineranno al suo seguito. Nell’attesa il numero di tombe  nel cimitero Okunoin è arrivato a più di 200.000, divenendo il più grande cimitero del Giappone!
Inizierete la visita attraversando il ponte Ichi no Hashi che apre la strada verso l’Okunion. Prima di oltrepassarlo, i fedeli giungono le mani e si inchinano per testimoniare il loro rispetto verso Kukai.
Dopo il ponte si entra in un'altra dimensione, carica di sacralità: gli stili dei monumenti funerari sono innumerevoli e alcuni sono davvero spettacolari o curiosi, come quello che un’impresa d’insetticidi ha dedicato alle sue vittime, le termiti.
L’entrata secondaria del cimitero dà sulle sepolture più recenti di granito che contrastano con le dimore eterne più antiche. Lungo il viale principale noterete statue dei Buddha che portano al collo un bavaglino rosso: si tratta di jizō, il Buddha associato ai bambini morti prematuri, e quelle che vedrete sono le offerte che le madri lasciano per proteggere i loro bambini o per portar loro fortuna nell’aldilà.
Un altro ponte, Gobyo no Hashi, porta a un livello ancora più avanzato di sacralità: le sue trentasei assi sono incise con immagini di divinità buddhiste e il suo è considerato un passaggio sacro, che conduce a una casupola di legno che ospita la pietra di Miroku: questa pietra, una volta sollevata, pesa i peccati di ogni persona. Si arriva alla pietra attraverso piccole fessure nelle pareti e si cerca di prenderla in mano per metterla  su una mensola in alto.
Dopo aver superato questa prova vi accoglierà il Toro-do, nascosto tra gli alberi: questo padiglione racchiude centinaia di lanterne luminose che, secondo la leggenda, brucerebbero senza spegnersi da più di novecento anni! È l’ultimo edificio che si incontra prima di entrare nel cuore del cimitero: la dimora eterna di Kukai.
"Il tempio sullo sfondo" è un luogo di preghiera che accoglie Kobo Daishi, da sempre chiuso qui in un permanente stato di meditazione. Ogni giorno i suoi pasti vengono deposti davanti alla porta mentre dei monaci e i visitatori si raccolgono in silenzio o recitando a bassa voce dei sutra.. Le porte rimangono chiuse, qualsiasi cosa succeda.
Completerete  questa magnifica giornata con una speciale cena vegetariana preparata dai monaci nel vostro shokubu, una struttura monastica dove alloggerete, il ryokan Hongakuin.

2° giorno | Monte Koya – Kawayu Onsen

Al mattino presto, chi tra voi lo desidera, potrà partecipare alla sessione di meditazione coi monaci Shingon. Dopo una colazione tradizionale partirete per Kawayu Onsen. L'aspetto mistico che avvolge quest'area trae la sua ispirazione dal significato racchiuso nel nome, Kawayu Onsen, che vuol dire fiume di acqua calda: l'acqua termale ribolle in superficie dal letto fluviale Oto, dando la possibilità di fare il bagno in acque calde circondati dalla natura, un momento tra i più belli per goderne e beneficiarne è alla sera, con le luci più tenui che danno risaldo al candido vapore che si disperde nell’aria tersa dei monti.
Qui alloggerete in un tipico ryokan, il Kawayu Midoriya.

3° giorno | Kawayu Onsen – Hongu Taisha – Hayatama Taisha – Kii-Katsura

Dopo colazione visiterete il tempietto di Hosshinmon-oji, incastonato nella foresta a nord-ovest, e da qui partirete a piedi seguendo il percorso del pellegrinaggio che giunge al santuario di KumanoHonguTaisha, il primo dei tre siti storici principali del pellegrinaggio del KumanoKodo.
La Via di pellegrinaggio Kumano Kodo è una delle vie spirituali più importanti al mondo: attraversa le montagne della penisola di Kii ed è stata percorsa dai pellegrini in cerca di illuminazione per oltre un millennio. Si tratta di una rete di sentieri che, da più direzioni, convergono in uno dei più importanti santuari del Giappone, il Kumano Hongu Taisha, che con i vicini Kumano Hayatama Taisha e Kumano Nachi Taisha rappresentano i tre Grandi Santuari di Kumano.
Il Santuario Hongu Taisha è nato prima dell’introduzione del Buddhismo in Giappone, e ha dato origine a un processo di integrazione armoniosa tra la religione shintoista preesistente e quella buddhista, dando così vita ad una nuova fede conosciuta con il nome di Shinbutsu-shugo. Il Santuario, un tempo, si trovava a Oyunohara, un’area naturale punto di incontro tra i fiumi Kumano e Otonashi. A seguito della violenta alluvione del 1889, che ne ha in parte distrutto gli edifici, è stato spostato a poco più di un chilometro di distanza, ma nella sede originale potrete ancora vedere la gigantesca porta Torii che con i suoi 33 metri di altezza è la più alta del paese. All’ingresso del santuario c’è una scalinata in pietra che conduce al complesso passando attraverso alte file di cedri e cipressi. Gli edifici che compongono il santuario hanno un aspetto austero e sono realizzati in legno e altri materiali naturali non troppo lavorati, arricchiti solo con qualche dettaglio in bronzo, per rimanere in armonia con lo scenario naturale. A differenza di altri santuari giapponesi, qui manca il colore rosso acceso che solitamente caratterizza gli edifici sacri. Interessante è la Sala dei Tesori, dove sono esposti numerosi reperti, dipinti e oggetti sacri; negli altri edifici troverete statue raffiguranti diverse divinità come  la dea del sole Amaterasu, la figura più importante della religione shintoista.  Uno dei simboli che si vedono passeggiando nel santuario è un corvo a tre gambe, chiamato Yatagarasu, un uccello mitologico che secondo la leggenda guidò l’Imperatore Jinmu fino a Nara per fondare il regno giapponese.
Da qui raggiungerete il fiume a Hitari, dove con un battello che segue la corrente arriverte a Kii-Katsura, sede del santuario di KumanoHayatamaTaisha, uno dei tre grandi santuari che formano il Kumano Sanzan. Oltre al suo importante ruolo di meta di pellegrinaggio, è interessante perché è circondato da monumenti naturali santificati come divinità, tra cui una conifera sacra, la più grande di tutto il Giappone i cui rami si estendono magnificamente sui tetti del santuario. L’albero Nagi, che si pensa abbia 800-1000 anni,  è stato dichiarato Monumento naturale ufficiale e  racchiude al suo interno una divinità. È popolare tra le coppie perché si dice che la struttura simmetrica delle sue foglie rappresenti un rapporto amoroso e attraverso una cavità naturale nel tronco ci si può spingere al suo interno per ascoltarne gli antichi segreti. Gli alberi di canfora sono venerati in Giappone per la longevità che conferisce loro un'eterna presenza spirituale. Le altre strutture del santuario, come il cancello Shinmon, il ponte Karasori, il Yui-miya, sono tutte dipinte in vermiglio, in netto contrasto con l’ambiente  circostante. In mostra nella sala Hayatama Taisha Treasure ammirerete oltre una dozzina di tesori nazionali, comprese le offerte portate dai pellegrini del Periodo Muromachi (1336-1573) sul Kumano Kodo. Alla fine della giornata alloggerete nel tradizionale ryokan Katsura Gyoen.

4° giorno | Kii-Katsura – Nachi Taisha – Cascata Nachi – Ise

Dopo colazione vi recherete a visitare il santuario di KumanoNachiTaisha, raggiungibile risalendo una lunga scalinata che si inerpica tra cedri secolari: la scala di pietra, con i suoi 267 gradini, offre l'opportunità di vestire letteralmente i panni dei pellegrini. In una relazione religiosa simbiotica, il Santuario Kumano Nachi Taisha e il vicino Tempio di Seigantoji erano un tempo e rappresentavano un luogo di culto sia per i seguaci dello Shintoismo che del Buddhismo. Nel XIX secolo il governo Meiji costrinse le due religioni a separarsi.
Ammirerete poi la pagoda di Seiganto-ji, che ha come sfondo la cascata di Nachi, una visuale di grande bellezza. Nachi, oltre ai suoi significati mistici e storici, è la più alta cascata del Giappone, con un salto ininterrotto di 133 metri. Prenderete  il treno per Ise, dove alloggerete all’hotel Ise City.

5° giorno | Ise – escursione a Toba

Dopo colazione, con il treno, arriverete a Toba, città famosa per aver dato i natali a Kokichi Mikimoto, l'inventore della coltivazione delle ostriche perlifere.
Vi recherete all’isoletta delle perle coltivate di Mikimoto, che si raggiunge con un ponte pedonale, per  assistere alla “raccolta” delle ostriche a cura di donne pescatrici, con il loro classico candido equipaggiamento.
Rientrerete poi a Ise per la visita ai santuari shintoisti: un complesso di oltre 125 santuari autonomi, divisi in due blocchi principali, distanti l’uno dall’altro ben 6 km. Conosciuto come "O-Ise-san" o Jingu, il complesso è composto principalmente dai santuari Naiku e Geku, dove vengono adorate la divinità suprema Amaterasu Omikami e la grande divinità Toyouke Omikami. Entrambi sono incastonati tra antichi boschi e centinaia di imponenti alberi di Cryptomeria. Jingu comprende anche quattordici santuari ausiliari e centocinque santuari minori. Il primo di essi è Geku (il santuario esterno) dedicato al kami (divinità) Toyouke-no-Omikami, dio dell’agricoltura e dell’industria. Il secondo invece è il santuario esterno, Naiku, dedicato alla dea giapponese del Sole, Amaterasu. L'accesso a entrambi i santuari è strettamente limitato ad alcuni sacerdoti e sacerdotesse di alto rango, e ai membri della famiglia reale. Si narra che i templi Jingu di Naiku e Geku siano stati costruiti per la prima volta nel V secolo d.C., mentre dal VII secolo d.C. vengono ricostruiti ogni vent'anni: questa peculiarità ha origine da un aspetto del credo shintoista, il wabi-sabi, o accoglimento della transitorietà di tutte le cose, che muoiono e si rinnovano. I nuovi edifici che vanno a rimpiazzare i vecchi sono costruiti secondo metodi e tecniche tradizionali senza chiodi, unendo il legno con un sistema a incastro, con lo scopo di tramandare alle nuove generazioni le vecchie tecniche di costruzione. I materiali degli edifici distrutti, che sono considerati sacri, vengono distribuiti ad altri santuari nella regione di Ise o portati verso altre parti del Giappone per essere utilizzati nella costruzione e nella ricostruzione di altri templi. I simboli del Kami, abiti sacri e tesori, vengono trasferiti in solenni cerimonie notturne dai vecchi edifici del santuario a quelli ricostruiti. Questo sistema cerimoniale, denominato Shikinen Sengu, è una elaborata cerimonia di Kannamesai (Offerta della prima frutta): eseguendo lo Shikinen Sengu ogni vent'anni, i giapponesi ricevono rinnovate benedizioni dal loro Kami e pregano per la pace nel mondo: il 2013 ha rappresentato la data d’inizio della sessantaduesima edizione del tempio. La prima consacrazione fu quindi nel 773.
Dopo aver visitato il santuario esterno, procederete lungo la strada che porta al “santuario interno”, un percorso considerato una via sacra, che attraversa il quartiere vecchio di Furoichi su strade perfettamente conservate. Tra queste la Okage Yokocho, perfetta per una pausa pranzo.
Giungerete così al famosissimo tempio di Toyouke Daijingu, considerato il più importante sito shintoista del Giappone, perché vi viene custodito il sacro specchio bronzeo che raffigura e personifica la divinità del sole, AmaterasuOmikami, l’entità femminile considerata come la mitica progenitrice della famiglia imperiale giapponese. Secondo una leggenda shintoista questo oggetto sacro, simbolo di saggezza e onestà, insieme alla gemma Giada di Yasanaki, venne usato dalla dea Ama-no-Uzume nel suo tentativo di stanare la dea del Sole Amaterasu che, per sfuggire al fratello Susanoo, si era nascosta in una grotta, lasciando il mondo nell’oscurità. Quando Amaterasu vide la sua immagine riflessa nello specchio, ne rimase talmente stupita che gli altri dei riuscirono a tirarla fuori dal suo rifugio. Specchio e gemma, insieme alla spada Kusanagi, vennero poi regalati dalla dea a Ninigi-no-Mikoto, suo nipote, quando questi partì per pacificare il Giappone. Solo una ristretta cerchia di persone può accedere alla vista dello Specchio, che è sorvegliato dalla Grande Sacerdotessa, carica che tradizionalmente poteva essere ricoperta solo da un'esponente femminile della famiglia imperiale. La visione dello Specchio, così come degli altri tesori del Giappone, è talmente limitata che non ne esistono né fotografie né disegni.

6° giorno | Ise – Osaka e volo di rientro

Dopo colazione partirete in treno per Osaka, e avrete l’opportunità di fare una visita del centro di questa città posta sulla foce del fiume Yodo, che fu la prima ad essere fondata in Giappone. Visiterete il castello, un vero gioiello, costruito alla fine del XVI secolo per volontà di uno dei più noti signori della guerra, Toyotomi Hideyoshi. Egli amava l’oro a tal punto da far rifinire qualsiasi elemento del castello con questo pregiato metallo, caratteristica che lo rende unico nel suo genere. Distrutto da diversi incendi causati dai vari conflitti, venne ricostruito in tutto il suo splendore nei primi anni del XX secolo. La torre del castello è circondata da cittadelle secondarie, porte, torrette, imponenti mura di pietra e fossati; il giardino Nishinomaru, che racchiude l’ex “cittadella occidentale”, è un giardino con 600 alberi di ciliegio e una sala da tè. Da qui raggiungerete il vecchio quartiere di Dotonbori, che si snoda lungo l’omonimo fiume, un’area piena di ristorantini tipici dove potrte assaggiare  l’okonomiyaki, la tipica frittata di Osaka fatta con uova, farina, cavolo e diverse guarnizioni. Visiterete il tempio della setta buddhista di Jodo Hozen-ji, immerso tra i vicoli: i fedeli che vengono qui a pregare per il successo delle loro aziende, schizzano acqua sulla statua Mizukake Fudo e, per questo motivo, la statua è ricoperta da un soffice tappeto verde di muschio.  Nell'antichità l'acqua veniva offerta sull'altare come importante origine di vita, ma un giorno, una donna che aveva dimenticato la ciotola con l’acqua da offrire, la spruzzò sulla statua e da allora, la pratica si diffuse agli altri fedeli. Il favore divino di Mizukake Fudo riguarda anche l’amore (le due piccole statue in piedi davanti a Mizukake Fudo sono considerate simbolo della coppia), spazza via i nemici con il suo sguardo furente e brucia i desideri mondani con il suo mandolino a forma di fiamma che forma un alone di fuoco intorno al suo corpo.
Un altro punto d’interesse è il tempio buddista di Shitennoji, la cui fondazione risale alla fine del VI secolo (è il più antico del Giappone). Il tempio venne edificato per celebrare la vittoria che i buddhisti ottennero nello scontro contro i seguaci dello shintoismo, e fu dedicato ai quattro Re Celesti, che secondo la tradizione facilitarono la vittoria. La pace fatta è testimoniata dalla presenza, nel complesso, di un grande Torii in pietra, simbolo shintoista, sullo sfondo della bella pagoda a cinque livelli che rappresenta con i suoi piani i cinque elementi.
Visiterete infine il tempio di Isshinji (XII secolo),  un tempio buddhista della Terra Pura dove, a partire dal periodo Meiji, sono state create tredici immagini, ciascuna delle quali incorpora le ceneri di decine di migliaia di devoti.
Proseguirete attraverso il parco di Tennoji, coi due bei laghetti di Kawazokoike e Keitakuen, per arrivare al grande grattacielo e centro commerciale di AbenoHarukas, e salire sulla piattaforma panoramica a 300 metri di altezza per ammirare l’infinita distesa della città. Verso sera vi recherete in aeroporto per il volo di rientro.

mappa giappone viaggi spiritualita e benessere di monica morganti

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