Recenti studi affermano che in Bhutan sia il paese con il più alto tasso di felicità al mondo! In questo paese a metà strada tra India e Tibet, infilato tra l’Himalaya e le cascate dell’Arunachal Pradesh non ci si preoccupa della ricchezza, ma solo della felicità, della spiritualità e della salute di anima e corpo. E’ una nazione per lo…
Recenti studi affermano che in Bhutan sia il paese con il più alto tasso di felicità al mondo!
In questo paese a metà strada tra India e Tibet, infilato tra l’Himalaya e le cascate dell’Arunachal Pradesh non ci si preoccupa della ricchezza, ma solo della felicità, della spiritualità e della salute di anima e corpo.
E’ una nazione per lo più buddhista con un tasso di disoccupazione sostanzialmente inesistente, perché si sostiene grazie alle piccole attività di ogni abitante. La sanità è gratuita e per tutelare la salute della popolazione è stato introdotto il divieto di fumare sia nei luoghi aperti che chiusi e la quasi totalità dell’acqua è potabile, cosa rarissima nell’India post globalizzazione.
Il Bhutan si schiera così in opposizione alla cultura dei bisogni indotti, contro la ricchezza a tutti i costi, in dissenso con la logica del lavora-produci-consuma e lavora di più-produci di più-consuma di più, fino all’ esaurimento delle risorse della materia prima, della biodiversità, dell’essere umano stesso.
Questo paese è un esempio concreto di come questo modello possa essere sovvertito, di come sia possibile vivere senza tutti i bisogni indotti dalle logiche di mercato.
In Bhutan la popolazione non è preoccupata del tasso di povertà, ma degli effetti collaterali che potrebbe avere la ricchezza sul benessere che è stato raggiunto dalla popolazione, in armonia con il macrocosmo e con tutti gli altri esseri viventi, come indicato dai principi buddhisti.